(Palermo, 1935)
Bio / italiano
Letizia Battaglia ha solo ventisette anni quando, grazie all’amico Emilio Isgrò, conosce Ezra Pound. Di questo momento ne parlerà sempre come di uno degli incontri più importanti di tutta la sua vita. La carriera fotografica arriva dieci anni più tardi, dopo aver lasciato Palermo ed essersi liberata da un matrimonio difficile nel quale si era rifugiata a soli sedici anni per fuggire dalle oppressioni del padre. A Milano inizia a lavorare come freelance al “Corriere della Sera” e al “Giorno”. Tornata a Palermo viene riaccolta nella redazione di “L’Ora”, l’unico giornale palermitano impegnato nel racconto della mafia, con cui aveva già collaborato in passato. A capo della sezione fotografica, documenta la guerra tra corleonesi e la mafia palermitana. Nel 1974 fonda l’agenzia Informazione Fotografica, realtà che riunisce diversi fotografi siciliani, frequentata anche da grandi reporter internazionali come Josef Koudelka e Ferdinando Scianna. Quest’esperienza trova una sua naturale evoluzione nel 2007 con l’apertura del Centro Internazionale di Fotografia di Palermo, spazio espositivo da lei diretto. Nel 1985 riceve l’Eugene Smith Award. Fra le mostre più recenti si ricordano Per pura passione al MAXXI di Roma nel 2016 e Fotografia come scelta di vita presso la Casa dei Tre Oci di Venezia nel 2019.
Focus / italiano
La Palermo di Letizia Battaglia è la Palermo della mafia, delle stragi, dei morti da ritrarre per le pagine di “L’Ora”, delle sparatorie in strada, dei genitori che gridano di fronte ai corpi sventrati dei propri figli caduti nella feroce guerra fra clan rivali. Ma è anche la Palermo dei bambini che giocano a pallone lungo le vie strette, delle donne che osservano chi passa dall’uscio di casa, degli amici artisti, delle feste e della vita di tutti i giorni che, nonostante tutto, non si ferma. Due poli che ritornano in tutta la sua carriera e che raccontano la complessità di questa società negli anni della ‘mattanza’ siciliana e la forza di una città dalla quale Battaglia non ha mai saputo separarsi. Dalla seconda metà degli anni novanta però la situazione cambia: la strage di Capaci, che l’autrice decide di non ritrarre, segna un momento indelebile nella storia nazionale così come nel suo lavoro. Dopo alcuni anni lascia la città e quando, nel 2005, vi fa ritorno bambine e adolescenti diventano le principali protagoniste dei suoi scatti, come se la bellezza e l’intensità di questi sguardi innocenti possa funzionare da antidoto contro la paura della mafia.
Bio / english
Letizia Battaglia was only twenty-seven when, thanks to her friend Emilio Isgrò, she met Ezra Pound. From that moment on she would always refer to this occasion as one of the most important encounters of her life. Her photographic career developed ten years later, after having left Palermo and a difficult marriage in which she had sought refuge at only sixteen years of age in an attempt to escape her father’s oppression. In Milan she began working as a freelance photographer at the Corriere della Sera and Il Giorno. When she returned to Palermo she was welcomed back to the editorial staff of L’Ora, the only Palermo newspaper actively reporting about the mafia, with which she had collaborated in the past. She headed the photographic department and documented the war between the Corleonesi and the Palermo mafia. In 1974 she founded the agency Informazione Fotografica which brought together various Sicilian photographers and also some important international photographers such as Josef Koudelka and Ferdinando Scianna. In 2007 this experience evolved naturally with the opening of the International Centre of Photography Palermo, an exhibition space Letizia Battaglia directed herself. In 1985 she received the Eugene Smith Award. Her most recent exhibitions include Per pura passione at MAXXI in Rome in 2016 and Fotografia come scelta di vita at Casa dei Tre Oci in Venice in 2019.
Focus / english
Letizia Battaglia captures for the newspaper L’Ora the Palermo of the mafia, of bloodshed, dead bodies, street shootings, parents crying out beside the ravaged bodies of their sons killed in the fierce fighting between rival clans. But it is also the Palermo of children playing football in the alleys, women watching passers-by from their doorsteps, artist friends, parties and everyday life that, despite everything, never stops. Two opposite worlds that recur throughout her career narrating the complexity of society in the years of the Sicilian mattanza (massacre) and the strength of a city from which Battaglia could never part. From the mid-1990s however, the situation changed, with the Capaci bombing, which she decided not to photograph, an indelible moment in Italy’s history and Battaglia’s work. Soon after, she left the city for a period and when, in 2005, she returned, she felt the need to replace the painful memory with images overflowing with life, portraying women of all ages, posing in the nude before her responsive gaze, showing the beauty of a body as an antidote for fear of the mafia.